For Fun and Profit

13 febbraio 2023

Dopo due anni di (tristi e noiose) edizioni online, il Free Open Source Developers Meeting è tornato ad essere svolto in presenza presso la ULB di Bruxelles. Ovviamente ho partecipato, ed ovviamente – come negli anni passati – colgo l’occasione per qualche commento.

Forse proprio in virtù della pausa prolungata, il pubblico dell’edizione 2023 è risultato essere persino più ampio del solito. Tante le aule perennemente piene e perennemente inaccessibili, tanti i curiosi affollati davanti agli stand, tanti persino coloro che – al venerdi sera precedente l’inizio ufficiale della manifestazione – si sono presentati al Delirium Village nonostante quest’anno, per sommaria premura anti-COVID, non sia stato convocato il classico “beer event”. Tra gli altri ho avuto modo di incontrare diverse persone alla loro prima esperienza FOSDEM, convinte a recarsi in Belgio a inizio febbraio (non certo il periodo più indicato dell’anno…) in virtù dei reiterati inviti e delle reiterate reazioni entusiastiche di chi già c’è stato negli anni passati: le nostre nostalgiche lamentazoni, perdurate per due anni nei gruppi Telegram e nelle mailing list, hanno evidentemente lasciato un segno nelle coscienze.

Con mia enorme sorpresa, dopo anni di sostanziale disillusione e marginalizzazione, è tornato in auge il tema di Linux su mobile; quella che forse è la più grande sfida tecnologica, e la più lontana chimera, della community open source. Nuovamente è tornata ad essere dedicata una intera devroom all’argomento (da mezza giornata, ma sempre meglio di niente), e – incredibile ma vero – tra gli stand ce ne era uno, particolarmente trafficato, presso cui un pugno di volontari ha messo a disposizione diversi dispositivi con i più disparati sistemi mobile alternativi ad Android e iOS, pronti per essere toccati, spolliciati, maneggiati e valutati. Soprassedendo sulla modesta disponibilità di apps e sulle performances talvolta discutibili, è stato comunque interessante e finanche incoraggiante avere una idea empirica e pragmatica di come si comporta Gnome su uno schermo da 7 pollici.

Un poco anche grazie alle ultime due edizioni interamente online, ed alla necessità di interagire principalmente per tramite di un canale scritto, presso il pubblico del FOSDEM è cresciuta esponenzialmente la popolarità di Matrix. Al punto da essersi meritato non solo un ampio stand ma anche una devroom tutta sua. Eppure resiste imperterrito anche lo stand dedicato a XMPP (sotto il falso nome di “Realtime Lounge”, al primo piano del building K, dagli amici chiamato “il sottoscala XMPP”), che – dopo il periodo di gloria goduto sulla scia dell’adozione da parte di Google per la prima implementazione di Google Talk – è sostanzialmente sparito dalla circolazione. Tutto lascia pensare che prima o dopo Matrix prenderà il posto di IRC nelle comunicazioni tra smanettoni, e potrà persino essere utilizzato come strumento on-premise in particolari casi d’uso (l’esempio più eclatante è quello del governo francese) o come piattaforma per la costruzione di applicazioni specifiche per la condivisione, ma ritengo assai poco probabile che – come i più estremi sognatori invece anelano – possa davvero un giorno arrivare a competere con Whatsapp (o anche solo con Telegram) in termini di diffusione e adozione da parte delle masse.

Ho assistito a due diversi talk esplicitamente dedicati al business open source, e qua e là ho ritrovato altre suggestioni dello stesso orientamento. Cosa emblematica, considerando che da anni il movimento open source si strugge sulla questione mai risolta della sostenibilità. Considero questa una forma spontanea di reazione, di approccio sistemico al problema: alla luce del fatto (empirico e tragico) che non si può fare troppo affidamento sulle donazioni – benché sia molto orgoglioso del fatto che un altro talk, tenuto da un soggetto da me mai sentito prima, invitava i professionisti a distribuire l’1% dei propri profitti ai progetti open source utilizzati per svolgere il proprio lavoro; ovvero la stessa cosa che Italian Linux Society promuove dal 2017, e che io stesso faccio da sei anni – l’invito sottinteso è quello di “pensarci prima”, e di provvedere autonomamente, a priori, a dare al proprio progetto a codice aperto un senso economico e commerciale. Il proposito in sé ha molte lacune, in quanto non tutto il software può essere oggetto di compravendita e, soprattutto, non tutti i programmatori sono anche imprenditori (in verità, quasi nessuno), ma apprezzo che queste tematiche siano sussurrate all’orecchio della platea del FOSDEM e possano iniziare a fungere da ispirazione: fintantoché non si scivola lungo la pericolosa china del pensiero post-opensource, va tutto bene.

Concludo ringraziando il BGLUG per avermi ospitato la sera prima della mia partenza dall’aeroporto di Orio al Serio, l’amico Michele “netvandal” Tameni per avermi dedicato il suo lightning talk, e tutti coloro che – inaspettatamente – mi hanno chiesto aggiornamenti sul prossimo MERGE-it previsto per il 12/13 maggio a Verona. Incoraggiandomi un poco di più nella complessa e faticosa organizzazione di quello che qualcuno chiama (esagerando…) “il FOSDEM italiano”.

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