Forza Mono

24 luglio 2009

Per me, chi sostiene Mono e’ come chi sostiene Berlusconi.

Berlusconi ha tolto l’ICI. Berlusconi si da un gran daffare per i terremotati in Abruzzo. Berlusconi ha dato un giro di vite all’immigrazione clandestina. Berlusconi impone leggi severe contro chi abusa di alcol alla guida. I collaboratori di Berlusconi garantiscono la trasparenza della pubblica amministrazione e ci traghettano al federalismo, che garantisce una distribuzione piu’ efficiente dei proventi delle tasse. Insomma, Berlusconi fa un sacco di splendide cose. E nessuno (o comunque una buona parte dell’elettorato) sembra turbato dal fatto che se non e’ gia’ in galera e’ esclusivamente perche’ si e’ fatto piu’ di una legge apposta per tutelarsi, e che ci sono i testimoni delle sue attivita’ criminali.

Stessa cosa per Mono.

C# e’ un comodissimo e potentissimo linguaggio ad oggetti. Mono in esecuzione e’ piu’ veloce di Java. Mono contiene miriadi di funzioni gia’ pronte all’uso, e permette di realizzare applicazioni complesse con minimo sforzo. Insomma, Mono e’ uno splendido framework. E nessuno (o comunque una buona parte della community) sembra turbato dal fatto che infranga tonnellate di brevetti detenuti dalla societa’ in assoluto piu’ ostile al freesoftware, che ha gia’ dato prova di non aver scrupoli ad usare la sua posizione legale per fomentare dubbio ed incertezza. Che si tratti di una implementazione castrata e limitata di una tecnologia da cui il massimo oppositore del software libero trae ampi profitti e forza sul mercato. Che sia sviluppato da Novell, societa’ non certo indipendente e stretto partner Microsoft. Che all’interno della community sia promosso in primis da personaggi quali De Icaza, che e’ anche ai vertici di Novell, e che il conflitto di interessi sia grosso tipo le dimensioni di Rocco Siffredi.

Al di la’ del parallelo sulla forma, inquietante anche quello sulle metodologie adottate.

Chiunque contraddica Berlusconi, o lo critichi, o anche solo ne parli senza lode, e’ un comunista e, in quanto tale, nemico della liberta’. Da questa definizione non si salva nessuno, dagli esponenti del Partito Democratico (che di comunista hanno ben poco) agli occasionali manifestanti che esprimono una qualsivoglia opinione non positiva nei confronti del Governo. Insomma, le parole di chi non si dimostri entusiasta del premier e dei suoi collaboratori vengono “coperte” con tutt’altro genere di accuse, si’ da sminuirne la rilevanza e spazzare tutto sotto al tappeto.

Stessa cosa per Mono.

Dal giorno in cui e’ stato pubblicato l’oramai celeberrimo pezzo di Richard Stallman, in cui sostanzialmente la Guida Spirituale del mondo freesoftware consiglia di non usare Mono a causa delle sue implicazioni legali con Microsoft, prima si e’ vista una (del resto forse legittima) carrellata di commenti contrari, ma subito dopo molti hanno sentito il bisogno di sbeffeggiare la sua persona, e dopo ancora l’esibizione di uno scherzo (la oramai ritrita storia del “Culto delle Vergini di Emacs”, componente dell’ancor piu’ antico scherzo della “Chiesa di Emacs” su cui nessuno ha mai assolutamente avuto nulla da ridire in 18 anni di onorata carriera!) presso il Gran Canaria Desktop Summit e’ sfociata in una sequela di accuse di sessismo, reato culturale assai grave nei Paesi anglosassoni.

Personalmente sono immantinentemente contrario a Mono e spero di non doverlo usare mai, per motivazioni ancora piu’ estreme di quelle riportate da Stallman (come gia’ detto, per me nulla di cio’ che arriva da Redmond va minimamente preso in considerazione se non per valutarne il grado di minaccia). Ma cio’ che mal sopporto, al di la’ della mia effettiva legittimita’ nell’esprimere critiche verso il lavoro altrui, e’ la completa cecita’ di chi non si capacita di quel che sta facendo, ignorando la sconfinata lista di fatti storici che dimostrano l’assoluta mancanza di buona fede dell’entita’ (Microsoft, in questo caso) nelle mani di cui ci si sta mettendo. Questo atteggiamento mina la stabilita’ dell’intera community, anzi peggio del software intorno a cui la community ruota, ed il fatto di adottare metodologie da regime totalitario per affossare qualunque tesi avversa certo non aiuta.

Il software libero e’ una filosofia, e la filosofia molto spesso degenera in politica.

[Update: Ma non finisce qui: negli ultimi due giorni sulla stessa onda mediatica, oramai esplosa, si e’ propagato anche il meme della “faux community”, ovvero la condanna di coloro che (come per certi aspetti me stesso, lo ammetto) fanno del software libero una Guerra Santa molto spesso condotta ai danni della solita societa’ di Redmond per deplorevoli questioni di fondamentalismo. Il filone nasce da qui (per la cronaca: lo stesso blog da cui e’ scoppiato lo scandalo del Sex Gate di cui sopra) e viene parzialmente ripreso da questa intervista a Torvalds, che appunto adotta la recente apertura di codice GPL da parte di Microsoft come lampante dimostrazione della tesi. Peccato che nello stesso tempo emerge che Microsoft quel codice lo abbia rilasciato solo dopo che qualcuno gli ha fatto notare che includeva gia’ pezzi GPL e la sua chiusura rappresentava una violazione della legge, dunque si siano trovati costretti ad intraprendere la strada del rilascio pubblico e di sicuro non lo hanno fatto per amore della condivisione o per dimostrare la propria accettazione della metodologia open. Dunque, come la mettiamo? Davvero la “faux community” e’ tanto “faux”?]

2 Risposte to “Forza Mono”


  1. Peccato che il post non sia in inglese :)


  2. […] is another new criticism of Mono (in Italian) and Jason on what would change his mind on Microsoft, Mono, and […]


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